giovedì 3 aprile 2008

"The Rubbish Diet" - una sfida che tutti dovrebbero accogliere!

Accettare una sfida con noi stessi, provare a cambiare le nostre abitudini, dal mangiare, al fare la spesa, a ridurre la quantità di rifiuti e all'intraprendere numerosi altri gesti quotidiani è quello che tutti noi dovremmo fare subito!

Non lontano dal nostro paese si stanno già attivando persone semplici, comuni e stanno rendendo ogni gesto della loro vita quotidiana un atto eroico. Questo è quello che sta facendo Karen, ovverosia Almost Mrs. Average, del blog "The Rubbish Diet", insieme alla sua famiglia. Abita nel Regno Unito, esattamente nel Suffolk dove è stata avviata un'iniziativa rivolta a tutti gli abitanti del distretto di St Edmundsbury. Si tratta di provare, per una settimana a ridurre la propria spazzatura a zero.

La nostra amica si è impegnata cominciando da oltre un mese prima della settimana in cui veramente è riuscita a gettare nel suo secchio della spazzatura solamente un cerotto che si era staccato dalla sua mano! ho seguito la sua sfida appassionatamente, e ho capito che si può veramente ridurre la spazzatura, cambiando le proprie abitudini. Certo, la raccolta differenziata ha aiutato, così come il compostaggio in casa, e gesti come rifiutare le buste di plastica per la spesa, ridurre gli sprechi, utilizzare prodotti biodegradabili e indistruttibili, eliminando l'usa e getta completamente. Tutto ciò ha fatto di lei un esempio da imitare, specialmente per noi italiani, che facciamo dello spreco un vanto.

La gentilissima "signora nella media" mi ha chiesto più volte di mandarle un resoconto della situazione italiana sulla spazzatura, il che per me è stato davvero difficile. Ma non mi sono tirata indietro. Dopo giorni di lavoro ho "scattato una fotografia" dell'Italia, dei nostri costumi poco attenti, della gestione dei rifiuti che non va. La situazione è stata riportata da me sotto un punto di vista strettamente personale, con spunti tratti da trasmissioni televisive e giornali che hanno a lungo parlato di questo problema e che adesso come sempre rischia di essere dimenticato. Non l'ho fatto per fare cattiva pubblicità (i giornali di tutto il mondo ne hanno già parlato abbondantemente), ma quello che ho scritto è la voce di una semplice persona che non si arrende ad uno stato di cose e che vuole scuotere un po' le coscienze, quello che sto cercando di fare nel mio blog.
Oggi il resoconto è sul blog di Mrs. A, in inglese potete leggerlo a http://therubbishdiet.blogspot.com/2008/04/more-landfill-issues-waste-problems-in.html.
Mi piacerebbe scambiare opinioni a riguardo!
A presto e thank you so much Mrs. Average!!!

6 commenti:

  1. devo dire che l'idea di "monnezza zero" sarebbe il massimo... ma mi rendo perfettamente conto che qui in Italia una cosa del genere è pura utopia...al momento...per questo dobbiamo considerarla una vera e propria sfida e cercare di essere i primi a dare il buon esempio. Raggiungere livelli zero di immondizia sarà difficilissimo, visto che pacchetti, cellophane, sacchetti, bustine ci assediano ovunque ed alla fine da qualche parte vanno buttati, e la maggior parte sono fatti di plastiche non riciclabili... accettiamo la sfida e proviamo ad assumere un diverso stile di vita ed assicurare un futuro con meno monnezza a chi ci seguirà...

    RispondiElimina
  2. Seguo il blog "The Rubbish Diet" ed ho letto il tuo articolo. Io sono campano, precisamente di benevento e mi occupo da tempo di ambiente.
    Nel tuo articolo ci sono alcune inesattezze, purtroppo il mio inglese non mi consente di commentare direttamente sul blog inglese. Se mi segnali la tua mail ti contatto.

    RispondiElimina
  3. Benvenuto, Mario, mi fa piacere avere anche dei suggerimenti critici!
    Io stessa ammetto e l'ho più volte specificato, anche nel mio post in inglese, che il mio intervento è stato di natura del tutto personale, un riassunto di tutto quello che ho potuto percepire dai media e dalla mia esperienza diretta.
    Chiaramente non sono molto contenta di come vanno le cose qui in Italia e premetto non ce l'ho affatto con la Campania. Anzi, sono la prima persona che vorrei vederla pulita, dato che sono un'accanita consumatrice di pomodoro, mozzarella, pasta, tutti prodotti che il più delle volte sono originari della tua splendida terra.
    Accetto comunque un confronto, vorrei sapere meglio, dalle voci di qualcuno che vive questo sulla sua pelle. Magari mi sbaglio!
    La mia mail, che si trova anche nel profilo, è danda.sign@gmail.com

    RispondiElimina
  4. Cara la mia Lory, ho letto il tuo post sul blog inglese e devo farti i miei complienti. Non è semplice rendere l'idea di cosa stia succedendo qui senza farsi prendere dalla rabbia o dalla paura di essere malvisti da chi non è dentro certe situazioni come accade per la blogger inglese. Inutile (o forse no) sottolineare che concordo con ogni tua parola, italiana o inglese :-)
    un bacio

    RispondiElimina
  5. Ciao Vale! Sei sempre attenta alle novità sul blog, ti ringrazio per il tuo sostegno!
    Riguardo a quello che dici, penso che confrontarci con persone al di fuori del nostro ambiente sia importantissimo, a costo di essere incompresi o mal giudicati.
    Proprio oggi ho letto un articolo in cui si parla di una "Transition Town" nell'Inghilterra meridionale, esattamente Totnes, dove la popolazione si sta attrezzando per superare la futura crisi della carenza di petrolio! E nello stesso articolo si parla di una città italiana, Varese Ligure, dove si sta facendo più o meno la stessa cosa, con un impegno a rendersi autonomi grazie a fonti di energia rinnovabile, colture biologiche in loco e altre piccole iniziative.
    Deduco che il confronto sia solamente positivo, perché soltanto grazie allo scambio di idee possiamo imparare a migliorare. Non serve chiudersi in un atteggiamento sulle difensive, non serve cercare di accusare qualcuno di quello che sta accadendo, ma è più logico muoversi in una direzione di apertura all'apprendimento, in una visione più ottimistica della realtà.

    RispondiElimina
  6. Riporto qui di seguito una discussione avvenuta via e-mail tra me e Dottor Zeta (un autore del Cynicblood blog- vedi link) al quale ho chiesto il permesso di ripubblicare il suo intervento nel blog:

    Dottor Zeta: “Ho letto il post e sono d'accordo su quello che scrivi (come non esserlo?). Secondo me però la raccolta differenziata risolve il problema solo in minima parte, e per certi versi potrebbe risultare addirittura dannosa: quando non vi fossero i mezzi e la volontà di attuare un vero riciclaggio dei materiali, come temo avvenga in Italia, potrebbe diventare un modo per disfarsi a cuor leggero di plastica in sempre maggiori quantità. Io ad ogni buon conto sto differenziando, ma resto un po' scettico sull'esito finale.
    Secondo me la soluzione, simil-utopica, consiste nel non produrre più ciò che è estraneo alla natura, come appunto la plastica. Però chi sopravviverebbe oggi senza quest'elemento? Bisognerebbe allora inventare la plastica biodegradabile, e fino a quando non ci sarà rendere sconveniente l'uso di imballaggi e bottiglie di questo materiale sintetico. Forse con questo secondo stratagemma si otterrebbero effetti virtuosi per l'ambiente, analogamente a quanto credo avverrà per l'atmosfera delle città a causa dei rincari del prezzo del petrolio, che spingeranno ad un minore utilizzo delle auto. Ma sarebbe paradossale dover ammettere che alla fine i petrolieri sono ambientalisti oltreché speculatori!
    In ogni caso il problema vero non sono i rifiuti domestici ma quelli industriali, che si vedono molto meno pur facendo molto più male.
    E dei "termovalorizzatori" vogliamo dire che siano da preferire alle discariche? Ne dubito. Temo che quest'emergenza possa servire anche a giustificare un eccessivo ricorso all'incenerimento, che è il modo con cui si diffonde la diossina nell'ambiente e non risulta sostenuto nemmeno dall'inutile Unione Europea.
    Comunque credo che i problemi ci facciano bene: nell'86 ci fu il vino al metanolo e da allora il nostro Paese ha cominciato a produrre vini sempre più pregiati e richiesti, nel 2006 ci fu calciopoli e dopo poco vincemmo i mondiali, adesso siamo nell'immondizia: non potrebbe essere questo il migliore augurio per il futuro? Mah!
    Ciao.”

    Danda: “Condivido con te questo timore che la raccolta differenziata, così come viene fatta adesso serva a peggiorare la situazione, ma solo nei casi in cui in realtà la gestione è affidata alla malavita e quindi, alla fine della raccolta, lo smaltimento non venga fatto come si deve.
    In realtà, come tu dici, il cambiamento deve avvenire soprattutto a monte. La produzione della plastica è eccessiva e quello che è peggio è che gli imballaggi attualmente sono almeno per il 70% non riciclabili. Io lo vedo nel mio cestino della spazzatura: ho il rifiuto organico a parte che si riempie molto velocemente, più dell'indifferenziato, mentre quest'ultimo si riempie in dieci giorni (sono circa otto litri di rifiuti prodotti in due) ma, escludendo tutto ciò che può andare al riciclo, si riempie di soli involucri di plastica che non hanno alcuna indicazione di riciclo e polistirolo che notoriamente non viene recuperato.
    Se in tutti i comuni si facesse la raccolta come si deve, secondo me almeno il'40% sarebbero rifiuti innocui, ovvero organici che potrebbero tranquillamente essere inviati a compostaggio, mentre il restante andrebbe correttamente inviato a recupero se non un restante 15% che potrebbe essere (come il buon Grillo ha spesso detto) mandato a impianti per essiccamento, in modo da farlo diventare materiale inerte utilizzabile in edilizia. Quindi gli inceneritori, i rigassificatori e altri eco-mostri non ci sarebbero più (e già questo va contro gli interessi dei politici e della mafia)!
    […] La plastica biodegradabile esiste, anzi ce ne sono diverse. Una è il Mater-bi che proviene da amidi vegetali. Si fanno per ora solo sacchetti per i rifiuti organici, ma qualche industria […] la sta usando per gli involucri. Addirittura si stanno producendo assorbenti igienici e pannolini per i bambini e questa è una gran cosa! Solamente che qui in Italia, non so perché, questo tipo di produzione è bassissima! […] Ma il petrolio prima o poi finirà, come dici tu! E allora potremo salutare la plastica le macchine e finalmente decrescere un po', sperando che non sia troppo tardi...
    Non disperiamo... qualcosa (o meglio qualcuno) si sta muovendo!”

    Dottor Zeta: “[...] Su quello che scrivi sono d'accordo, ma vorrei che non si inseguisse la decrescita come valore alternativo alla crescita, piuttosto chiederei un modello di sviluppo basato sulla giustezza e l'umanità, non solo sul profitto. Altrimenti il mercato, elevato a divinità moderna, ammetterebbe finanche il cinismo e la legge del più forte [...]”.

    Danda: “[...] Sulla decrescita ovviamente sono concorde con te. Sarebbe bellissimo avere una crescita basata sulla giustezza e sull'umanità, ma proprio noi esseri umani non siamo in grado di apprezzare se non la legge del più forte che è poi quello che più ha. Purtroppo il profitto è già il massimo valore a cui si tende al giorno d'oggi. Quindi decrescere sarebbe appunto cominciare a riconoscere i veri valori: qualità delle cose, talento umano, passione, intelligenza, rispetto della natura e degli altri individui.
    Chissà se riusciremo mai a decrescere in questo senso![...]”

    RispondiElimina

Grazie ai vostri commenti questo blog è per me una continua fonte di ispirazione!
Vi chiedo semplicemente di pazientare poiché la verifica è necessaria al fine di non ricevere spam, mentre la moderazione è attivata e non sempre riesco a pubblicare i vostri commenti in breve tempo! Grazie per la vostra pazienza! /
Thanks to your comments this blog is a great source of inspiration for me! Please be patient because the verify is necessary for not receiving spam and moderation is on, so there can be the possibility of waiting the editing of your comment for a while. Sorry! Thanks for your patience!